LUCE E GAS
07 marzo 2023

Chiunque abbia vissuto in una casa con almeno 3 persone sa quanto può essere delicato il “tasto” doccia. Che tu sia del partito “meglio la sera” o del credo “la doccia mi sveglia”, avrai incrociato le necessità di un altro povero essere umano che – proprio come te – puzzava. Sulla carta è semplice: basta che una persona vada dopo l’altra, no? Non sempre, purtroppo. Se hai uno scaldabagno elettrico – detto anche boiler – è molto probabile che buona parte dell’acqua calda vada via con la prima doccia, e che ci voglia un bel po’ di tempo per scaldarne altra.

Così, mentre ti accordi col resto della casa per capire quando lavare i capelli, una domanda ti blocca: “Quanto starà consumando quel coso?”

 

 

Non tutti i “cosi” sono uguali

Nel senso che non esistono solo i boiler elettrici: ci sono anche caldaie e scaldabagni a gas. Le prime, alimentate a gas metano, riscaldano sia la cosiddetta “acqua calda sanitaria” – acqua per la doccia o per la cucina – che l’acqua utilizzata per scaldare la casa. Lo scaldabagno a gas, invece, non produce acqua calda per l’intera casa, ma solo per bagno e cucina. In più – differenza importante rispetto a uno scaldabagno elettrico – la maggior parte degli scaldabagni a gas ha un funzionamento “istantaneo”: vuol dire che l’acqua calda viene prodotta istantaneamente, grazie a una “membrana” che apre la valvola a gas, attivando la combustione. 

Questi due “cosi” consumano, sulla carta, molto meno rispetto a un boiler elettrico: le caldaie a combustione sfruttano il calore residuo del vapore acqueo e dei fumi di scarico, limitando il consumo di gas e di emissioni di CO2. Lo scaldabagno a gas istantaneo, invece, viene utilizzato solo quando scorre acqua: questo vuol dire che non consuma energia per mantenere l’acqua calda. Nel 2022, però, avere una caldaia o uno scaldabagno a gas si è rivelato meno conveniente da un punto di vista economico: il prezzo del gas ha raggiunto picchi mai visti prima, e la cosa ha penalizzato chi aveva risparmiato in passato.

 

Quindi il boiler elettrico conviene adesso?

Dipende da come lo usi. La maggior parte degli scaldabagni elettrici, infatti, funzionano così: c’è una serpentina elettrica che riscalda l’acqua all’interno di un serbatoio, fino a farle raggiungere una temperatura consigliata di 60° – tetto che si può abbassare, volendo. Per mantenere questa temperatura costante, ogni boiler ha un termostato che regola la sua l’accensione e il suo lo spegnimento. Questo vuol dire che, appena la temperatura dell’acqua scende – e può succedere anche se l’acqua non viene utilizzata – il boiler rientra in funzione. Il suo è praticamente un lavoro costante. 

Esistono – anche se sono meno diffusi – boiler elettrici istantanei senza serbatoio: questo vuol dire che il consumo è molto alto.

Nel 2022, comunque, avere un boiler elettrico ha messo molta gente al riparo dai rincari folli del gas. Questo però non vuol dire che sia un elettrodomestico efficiente, anzi.

 

 

Andiamo alla ciccia: un po’ di dati

Insomma, perché lo scaldabagno rende il bagno la stanza più “energivora” della casa? Un’indagine abbastanza accurata è stata fatta da DDAY.it, che ha preso come esempio un appartamento con riscaldamento centralizzato, che quindi attiva lo scaldabagno solo per avere acqua calda in cucina e in bagno. Lo scaldabagno è in una piccola lavanderia vicina al bagno, cosa che aiuta a risparmiare energia: avere l’elettrodomestico vicino ai punti dove verrà più utilizzato – doccia e lavello – evita dispersioni di calore. 

L’utilizzo che si fa dell’acqua calda comprende – più o meno – due docce al giorno, tre momenti di “lavaggio piatti” e pulizia della casa. Per monitorare correttamente i consumi, DDAY ha utilizzato una “presa intelligente” collegata al Wi-Fi. La presa ha controllato i consumi per circa 4 giorni – fine settimana incluso – e il risultato è stato questo: 38,12 kWh in 96 ore, cioè una media di 9,53 kWh al giorno. Le 96 ore, però, non erano mai piene: lo scaldabagno è stato acceso dalle 3 alle 8 ore al giorno.

Che impatto ha questo consumo sulla bolletta? Anche stavolta, dipende: quando è stato scritto l’articolo di DDAY, eravamo nel pieno della crisi energetica e la luce era alle stelle. Con i prezzi presenti sul sito di ARERA adesso, l’impatto sarebbe di 3,43 € al giorno. Per un mese – 30 giorni circa – si arriva quindi a 102,92 € di spesa. In generale, la combinazione prezzo indicizzato ed elettrodomestico poco efficiente non fa bene né a te, né all’ambiente.

 

“Non posso mica togliere lo scaldabagno, però”

Non devi, infatti. O meglio, uno scaldabagno a gas ha un impatto molto diverso sulla tua bolletta. Sappiamo bene, però, che non è sempre possibile scegliere come scaldare la propria acqua: perché sei in affitto, perché è sempre una spesa, o perché non hai uno spazio adeguato. Non disperare, le soluzioni ci sono:

  • come prima cosa, lo scaldabagno elettrico non deve stare acceso sempre. Una volta scaldata la quantità d’acqua necessaria, questa si mantiene alla temperatura utile per diverse ore. Scegliere quindi di accendere lo scaldabagno solo di notte ti garantirà di avere acqua calda fino alla sera del giorno dopo. E dimezzerà i consumi;

  • a proposito, puoi installare un interruttore a tempo; così non dovrai stare continuamente a pigiare tasti;

  • mantieni l’acqua a un massimo di 60° in inverno e di 40° in estate; il resto è spreco;

  • fai un po’ di manutenzione quando serve, prima che un po’ di calcare possa “digevolversi” in un sacco di soldi in bolletta.