Insomma, perché lo scaldabagno rende il bagno la stanza più “energivora” della casa? Un’indagine abbastanza accurata è stata fatta da DDAY.it, che ha preso come esempio un appartamento con riscaldamento centralizzato, che quindi attiva lo scaldabagno solo per avere acqua calda in cucina e in bagno. Lo scaldabagno è in una piccola lavanderia vicina al bagno, cosa che aiuta a risparmiare energia: avere l’elettrodomestico vicino ai punti dove verrà più utilizzato – doccia e lavello – evita dispersioni di calore.
L’utilizzo che si fa dell’acqua calda comprende – più o meno – due docce al giorno, tre momenti di “lavaggio piatti” e pulizia della casa. Per monitorare correttamente i consumi, DDAY ha utilizzato una “presa intelligente” collegata al Wi-Fi. La presa ha controllato i consumi per circa 4 giorni – fine settimana incluso – e il risultato è stato questo: 38,12 kWh in 96 ore, cioè una media di 9,53 kWh al giorno. Le 96 ore, però, non erano mai piene: lo scaldabagno è stato acceso dalle 3 alle 8 ore al giorno.
Che impatto ha questo consumo sulla bolletta? Anche stavolta, dipende: quando è stato scritto l’articolo di DDAY, eravamo nel pieno della crisi energetica e la luce era alle stelle. Con i prezzi presenti sul sito di ARERA adesso, l’impatto sarebbe di 3,43 € al giorno. Per un mese – 30 giorni circa – si arriva quindi a 102,92 € di spesa. In generale, la combinazione prezzo indicizzato ed elettrodomestico poco efficiente non fa bene né a te, né all’ambiente.