Nel caso Netflix volesse dedicarci un documentario.
Di tutto il sito, uno dei nostri titoli preferiti si trova nella pagina “chi siamo”. Si tratta di “non eravamo due amici in un garage”, e serve a introdurre un concetto importante: saremo pure una startup, ma dalle spalle solide. Abbiamo fame e voglia di fare ed energia da vendere (letteralmente: se ti abbiamo già convinto, salta il resto e carica la tua bolletta); al tempo stesso, conosciamo il mercato e disponiamo delle risorse per cambiarlo.
Ciò non toglie che, al di là del garage, all’inizio eravamo in due sul serio.
Siamo nelle prime settimane del 2019, in uno dei tanti corridoi di A2A, che poi sarebbe la più importante multiutility del Nord Italia. A pensarci bene, forse non era un corridoio; forse era una sala riunioni, sarebbe più probabile, ma stiamo scrivendo una storia e possiamo prenderci delle licenze poetiche. Quindi è deciso, c’era questo corridoio, e in questo corridoio camminavano Daniele e il suo gruppo di lavoro. Erano alle prese con un problema non da poco: come realizzare un operatore digitale che potesse cambiare il mondo dell’energia?
Anche se ha una faccia un po’ così, Daniele non è l’ultimo arrivato: aveva passato gli ultimi anni della sua vita in una mastodontica società di consulenza strategica, lavorando a mega progetti di trasformazione digitale. E tra le tante cose, ne aveva imparata una in particolare: trasformare le grandi aziende è un processo lungo, doloroso e difficile. Tanti ci provano, pochi ci riescono: colpa dei troppi vincoli e di un passato ingombrante, che si trasforma in un ostacolo difficile da superare. L’esempio facile, ma efficace, è quello del transatlantico: se la rotta è sbagliata, per fare un’inversione a U serve molto spazio e un sacco di tempo.
Invece le startup hanno meno zavorre, e soprattutto meno vincoli: imparano dal passato degli altri e prendono le decisioni più in fretta. Per questo motivo, quando quel gruppo di lavoro inizia a guardare al mercato, capisce che la sfida si può vincere solo a patto di creare una EnerTech, cioè un’azienda in cui l’energia e la tecnologia vadano di pari passo. A questo punto immaginate che il corridoio si trasformi in un ristorante, e che nel ristorante entri Stefano.
Maggiorenne del settore energia, Stefano aveva appena finito di accompagnare Assistenza Casa – un’azienda che offre soluzioni di manutenzione domestica in abbonamento – dallo status di “quasi startup” all’acquisizione da parte di Edison. E siccome ne sa a pacchi di case, energia e comfort domestico, oltre che di civiltà classiche, cinema e filosofia applicata, è a lui che viene dato l’incarico di prendere il timone.
Il resto è storia ancora più recente. Con l’aiuto di A2A e di una ciurma di consulenti, Stefano e Daniele cominciano a cercare i compagni di viaggio e il proprio garage. Il nome “NeN” sarebbe arrivato dopo, a valle di uno studio, ma intanto a giugno 2019, nel giorno del solstizio d’estate, nasce YADA Energia. Stanchi degli acronimi che non volevano dire nulla, i fondatori scelsero un acronimo che non voleva dire nulla: Yet Another Dumb Acronym. Ma anche Yet Another Digital Attacker.
Il nostro modo di essere stava già venendo fuori.