LUCE E GAS
06 aprile 2023

Non sappiamo se l’aumento del costo del gas negli scorsi mesi c’entri qualcosa, fatto sta che sempre più persone stanno iniziando a lasciarsi alle spalle il metano domestico in favore dell’elettricità. Questo implica, spesso e volentieri, dimenticare tutto quello che si sa sulla cottura a gas per iniziarsi ai segreti della piastra a induzione.  

 

Intanto, cosa vuol dire induzione?

Per dirla scientificamente: si sfrutta il principio della legge di Faraday, che descrive l’induzione elettromagnetica come “il valore della forza elettromotrice indotta uguale al rapporto tra la variazione del flusso del campo magnetico e il tempo necessario per avere tale variazione: f.e.m. = - ΔФ/Δt.” 

Per dirla in italiano: è cuocere senza fiamma o dispersioni. Il calore, invece di provenire da una fonte ben precisa, viene indotto: il piano di vetroceramica delle piastre contiene delle bobine che, a contatto con pentole e padelle di materiale ferroso, generano un campo elettromagnetico. Il calore prodotto dal campo passa direttamente dalla piastra a quello che c’è sopra, evitando dispersioni, e si esaurisce nel momento esatto in cui il recipiente viene sollevato dal piano. 

Una serie di punti interrogativi per dire che col conguaglio non ci si capisce mai niente

 

L’induzione è bella perché

Di buoni motivi, in effetti, ce ne sono. Partiamo da quello che ci interessa di più: i consumi. Se usi il gas solo per la cucina, sostituire i fornelli con una piastra a induzione ti permetterebbe di chiudere col metano e avere una sola bolletta, quella dell’elettricità; in più, non dovresti preoccuparti di tornare continuamente in cucina prima di partire per le vacanze, e assicurarti di aver chiuso il gas.

L’induzione, come dicevamo prima, limita fortemente la dispersione del calore – che passa direttamente dal piano alla pentola: questo riduce i tempi di cottura e, di conseguenza, i consumi (si parla di un rendimento del 90% rispetto al gas, che sta tra il 40 e il 55%). Per lo stesso motivo è ridotto anche lo spreco di energia, che si concentra tutta sulla cottura. Sembra anche che la cottura dei cibi sia migliore, perché il calore si diffonde in modo uniforme dalla base del recipiente e la temperatura può essere regolata con precisione più accurata. 

 

Un po’ di contro

Ti servirà un contatore più potente. Il classico da 3 kW potrebbe non reggere, specialmente se hai qualche altro apparecchio in funzione nello stesso momento. 

In genere, chi acquista una piastra a induzione richiede un aumento di potenza del contatore a 4,5 o anche 6 kW: dipende dalla potenza delle piastre e dalle altre abitudini di consumo. Veniamo a pentole, padelle e quant’altro: dovrai assicurarti che quelle che possiedi siano compatibili con l’induzione, altrimenti dovrai sostituirle – con buona pace dei parenti che te le hanno regalate. Acciaio (normale, inox e smaltato) e ghisa sono i materiali che riescono ad avviare l’induzione, tutti gli altri vanno messi da parte. 

Alcune persone si chiedono se i campi elettromagnetici generati dalle piastre siano dannosi per la salute: la risposta è no. La frequenza generata è troppo bassa per poter causare problemi e, a oggi, non ci sono studi che provino il contrario. La quasi totalità delle onde passa direttamente dalla piastra al recipiente: la dispersione è minima e debole. Tuttavia, sembra che le persone con un pacemaker debbano fare attenzione: l’apparecchio è sensibile ai campi elettromagnetici, quindi dovrebbero evitare di usare mestoli metallici o toccare le piastre accese. 

L’uso degli utensili di metallo viene sconsigliato per chiunque usi l’induzione: lasciati a contatto con le piastre, diventano portatori di calore e generano dispersione di energia.