Ho l’impressione che chi legge Vice abbia un debole per le storie tormentate. Confesso che ultimamente non lo frequento molto; anni fa ci capitavo tutti i giorni, ma per darti un’idea dell’orizzonte temporale, all’epoca a Milano andavano i Club Dogo; e delle cose che conosci poco ti resta un’impronta superficiale, che spesso è anche quella più vistosa. Sta di fatto che solo su Vice è possibile trovare perle come:
Ho preso dei tartufi allucinogeni con mia mamma
Mi sono fatto tatuare la testa per fingere di avere un sacco di capelli
Ho provato a cucinare i piatti futuristi inventati da Marinetti (il mio preferito)
Ho guardato Agon Channel per 15 ore consecutive
Eccetera eccetera. Dev'esserci una sorta di piacere catartico che ci attrae verso queste vicende: non ci tatueremmo mai dei capelli finti, ma vogliamo assolutamente sapere cosa accadrebbe se decidessimo di farlo. Per questo, quando il reparto marketing della mia azienda – siamo NeN, vendiamo luce e gas – ha chiesto di realizzare dei banner per vice.it, ho pensato che compiere un gesto spiacevole e superfluo potesse essere un buon modo per entrare in connessione con il target e guadagnare, se non dei contratti, almeno qualche secondo di attenzione, che è più di quanto succeda con la maggior parte della digital adv.
Da qui l’idea di mangiare una candela.