LUCE E GAS
24 maggio 2024

Se c’è una cosa che il mondo dell’energia ci ha insegnato – soprattutto durante l’anno più “movimentato” che il mercato ricordi – è che non va mai dato nulla per scontato

“Ma questo è scontato”, dirai tu. La realtà è che spesso certi meccanismi sono chiari solo perché li guardi da vicino ogni giorno. Per chi ci ha poco a che fare (e menomale, visto che pensare alle bollette non è esattamente tra le 100 attività più divertenti della storia), alcune dinamiche possono fare lo stesso effetto del sale nel caffè: piuttosto sorprendente e di sicuro poco piacevole.

Vediamo spesso questa reazione davanti alla fattura di chiusura, e se succede un motivo ci sarà. Perché non provare a fare un po’ di chiarezza, allora, con un articolo che spieghi i perché e i percome di questa bolletta diversa dalle nostre solite rate?


Intanto, cos’è una fattura di chiusura?

È la fattura che viene inviata quando vai via perché passi a un altro fornitore, cambi l’intestazione di una fornitura (attività meglio conosciuta come “voltura”) o chiudi il tuo contatore. Tutti i fornitori la inviano, senza esclusioni. I motivi per cui lo fanno non sono sempre gli stessi, ma si toccano in alcuni punti. Vediamo quali: 

  • come probabilmente sai, la fatturazione delle bollette può avvenire ogni mese, ogni bimestre od ogni trimestre. Se chiudi la fornitura “in mezzo” a questo periodo, cioè prima che tu abbia ricevuto la normale bolletta, il fornitore difficilmente manderà bollette se stai andando via. Per semplicità, inserirà il totale nella fattura di chiusura;

  • per “chiudere” è meglio che il fornitore abbia i dati di consumo effettivo fino all’ultimissimo giorno di contratto. In questo modo potrà chiederti esattamente quello che gli devi o restituirti qualcosa, se il caso lo prevede. Può succedere che il distributore non riesca a comunicare i dati effettivi e mandi una stima. Se questi dati saranno corretti in un secondo momento, il fornitore manderà due fatture di chiusura: una coi dati stimati e una coi dati effettivi. Della differenza tra i due abbiamo parlato in quest’articolo;

  • i fornitori possono dover mettere a posto i dati stimati delle fatture che ti hanno già mandato: in casi come questi, gli importi “corretti” verranno inseriti nella fattura di chiusura. È qui – ma non solo qui - che può nascondersi il famigerato conguaglio;

  • se ci sono degli interventi al contatore, è possibile che il distributore ti faccia pagare qualcosa. Questi soldi li riscuoterà tramite il fornitore, che metterà tutto nella fattura di chiusura.


“E cos’ha di diverso, la vostra fattura di chiusura?”

Un bel po’ di cose, visto che anche la nostra offerta è abbastanza diversa dalle altre. Avere una rata fissa, infatti, non vuol dire che non teniamo d’occhio come usi l’energia o che tu sia immune alle variazioni dei costi ARERA: mese per mese, infatti, registriamo la differenza tra quello che la tua rata ha coperto e quello che dovresti effettivamente pagare. Normalmente mettiamo tutto nel “cuscinetto” (ne parliamo meglio tra poco), ma quando vai via dobbiamo prendere questo disavanzo e smaltirlo nell’ultima fattura che ti manderemo, cioè quella di chiusura. Ecco perché questa bolletta d’addio (o arrivederci) funziona, di fatto, come una normale fattura a consumo

Andiamo a vedere di preciso cosa conterrà:

  • i tuoi consumi fino all’ultimo giorno passato con noi. Facciamo un esempio pratico: stai facendo uno switch verso un altro fornitore. Per legge, gli switch avvengono sempre il 1° del mese. Se vai via, mettiamo, il 31 maggio, nella fattura di chiusura ci saranno i consumi dell’intero mese di maggio. “Ehi, ma io la fattura di maggio l’ho pagata”: vero, ma i consumi fatturati lì erano quelli di aprile. Il motivo è molto semplice: non possiamo fatturare al futuro. Dato che la fattura di maggio arriva i primi del mese, sarebbe illegale – nonché alquanto audace – farti pagare per dei giorni che non sono ancora passati. Ecco perché nella fattura di giugno troverai fatturati i consumi di maggio, nella fattura di maggio quelli di aprile e così via;

  • eventuali rettifiche dei consumi che abbiamo già conteggiato ma che avevamo dovuto stimare;

  • il tuo cuscinetto, cioè l’eventuale debito o credito che hai accumulato durante l’anno. Tornando al discorso fatto poco fa, il cuscinetto è proprio quel valore che ci permette di tenere conto di come cambiano i tuoi consumi e altre voci rispetto alla tua rata. Il cuscinetto – che in fattura trovi nella sezione “Altre partite” di ogni fattura ed è specifico per ogni mese – ti dice se i tuoi consumi sono troppo alti o troppo bassi rispetto alla rata, ma tiene conto anche delle variazioni dei costi ARERA (che possono essere sia in positivo che in negativo) o di altre voci. Per esempio, quando è stato abbassato il canone RAI, non abbiamo ricalcolato subito la rata ma abbiamo inserito la differenza nel cuscinetto;

  • eventuali costi del distributore: se chiudi il contatore, per esempio, è possibile che ti venga chiesto di pagare per alcuni interventi.

“Ma non posso conoscere il cuscinetto in anticipo?”

Certo: puoi calcolarlo tu – sommando i valori della voce “Cuscinetto rata gas/luce” che trovi in ogni fattura – o puoi chiederci di calcolarlo. È un dato che non abbiamo immediatamente a disposizione perché, come dicevamo, il cuscinetto è specifico per ogni fattura, ma dacci il tempo di fare due conti e torniamo da te.

In compenso, anche se ogni fornitura fa caso a sé, ci sono delle tendenze di consumo che possono aiutarti a spiegare come mai in alcuni periodi finisci per accumulare un cuscinetto a credito o a debito.

Chi usa il gas per riscaldare la casa, per esempio, in inverno accumulerà un cuscinetto a debito: la rata, infatti, copre solo il tuo consumo medio mensile. Tutto quello che rimane fuori dalla media, quindi, finirà nel cuscinetto. Normalmente questo squilibrio si riassorbe in estate, quando al massimo usi il gas per preparare degli spaghetti. Se vai via alla fine della cosiddetta “stagione termica”, però, questo debito nei nostri confronti non si riassorbirà. Ecco perché dovremo inserirlo nella fattura di chiusura: se stai considerando di cambiare fornitore tra dicembre e marzo, quindi, prova a capire com’è messo il tuo cuscinetto. È il modo più semplice per chiudere il contratto con noi sapendo realmente se c’è e quanto è alto un eventuale debito.