LUCE E GAS
18 aprile 2024

Lo sappiamo: il nostro settore non brilla per onestà, trasparenza e cura. A regolarlo ci sono spesso leggi ingarbugliate, che sembrano fare l’interesse di chi è “più forte”; chi si mette d’impegno per rendere questo campo più umano non ha vita facile – noi ne sappiamo qualcosa. Insomma, se hai qualche pregiudizio contro di noi e il magico mondo dell’energia ti capiamo benissimo. 

Quello che possiamo fare – e che facciamo da quando siamo nati – è cercare di spiegare meglio l’energia prima di vendertela. Dopotutto, non è un tuo diritto sapere come funziona una cosa di cui non puoi fare a meno?

Andiamo quindi a uno dei principali oggetti di contesa: i consumi stimati e i consumi effettivi. Di che si tratta? Perché è possibile mandare delle bollette anche se i dati non sono “ufficiali”? Ma soprattutto, come vengono calcolati i consumi stimati?

Per scoprirlo, facciamo qualche passo indietro.


Più precisamente, verso il tuo contatore

Che, se ci pensi, ha un nome piuttosto esplicito. Il contatore, infatti, serve principalmente a controllare quante volte si ripete un processo sotto il suo controllo. Nel caso della luce e del gas, quindi, monitora i tuoi consumi – che saranno poi una parte di quello che paghi nelle bollette.

In Italia, in questo preciso momento, esistono diverse tipologie di contatori, con differenze significative tra luce e gas.

Per i contatori del gas abbiamo:

  • i contatori meccanici o tradizionali, che funzionano in modo piuttosto semplice: sono divisi in due camere che tengono conto del consumo in base alla procedura di riempimento e di svuotamento delle stesse. Questi contatori vanno letti in presenza, o da un tecnico o con un’autolettura (cioè la comunicazione indipendente dei dati di consumo da parte tua);

  • i contatori elettronici, che funzionano in modo molto simile ai cugini meccanici ma aggiungono un’elettrovalvola e dei sensori. In questo modo è possibile rilevare il passaggio di gas a distanza e in modo più accurato. 

È importante però ricordare una cosa, a proposito del gas: il consumo non viene letto in tempo reale. Non perché non sia possibile farlo con i contatori elettronici, ma perché la normativa che regola l’invio delle letture da parte del distributore non lo prevede. I distributori, quindi, inviano la lettura effettiva del mese precedente solo una volta al mese. Per capirci, per sapere quanto gas hai consumato a marzo dovrai aspettare fine aprile.

Per la luce, invece, troviamo:

  • sempre il buon vecchio contatore meccanico o tradizionale, che conteggia il consumo grazie alla rotazione di un dischetto metallico, mosso proprio dall’elettricità. Non è dotato di salvavita e va letto in presenza. In Italia ormai ne rimangono pochissimi;

  • il contatore elettronico 1G, che permette di leggere i consumi a distanza e di dividerli per fasce orarie (cosa utile se hai un’offerta il cui prezzo cambia in base al momento in cui usi l’energia);

  • il contatore elettronico 2G, che aggiunge alla versione precedente la capacità di comunicare al fornitore i dati giorno per giorno. In questo modo anche tu potrai sapere quasi in tempo reale cosa stai combinando con l’energia di casa. Ora, questi dati sono molto precisi ma non sempre arrivano “integri” al fornitore. Ecco perché non possono essere utilizzati nelle fatture. Ed è qui che interviene un attore molto importante della nostra storia: il distributore.


Il distributore è quella figura che, nel nostro settore, si occupa del tuo contatore: di chiuderlo, di aprirlo, di installarlo, di aggiustarlo e, soprattutto, di comunicare a noi – il tuo fornitore – quanto effettivamente hai consumato. Se hai un contatore tradizionale saranno i tecnici del distributore a fare le letture. Se hai un contatore 2G sarà il distributore a comunicarci le letture ufficiali, compensando anche quella parte di dati che si è persa.

Il distributore ha accesso a questi dati, e possiamo considerare effettivi i consumi solo quando ce lo conferma lui. Come dicevamo prima, però, il “problema” è che il distributore di regola comunica i consumi una sola volta al mese, intorno al 20. In più, considerata la sfaccettata famiglia dei contatori e le differenze tra luce e gas, non sempre riesce a comunicarci i consumi del mese corrente ma ritarda – come dicevamo per il gas – di un mese. Il motivo per cui molti fornitori mandano bollette bimestrali o trimestrali è proprio questo: aspettano di avere tutte le letture effettive.

In alcune occasioni, però, il distributore può essere davvero molto in ritardo: nei casi dei contatori tradizionali, per esempio, le letture vengono fatte solo due volte l’anno.

Cosa fa, allora, chi non può più permettersi di aspettare e non vuole certo dare i numeri?


Stimare è umano

Aspettare per mesi e mesi di sapere quanto hai consumato, quello sì che è diabolico. A volte, infatti, una stima può darti un’idea di come potrebbero andare i consumi anche se non abbiamo dati da parte del distributore. Le stime, infatti, sono calcolate su una serie di parametri che permettono al fornitore di compilare una fattura realistica. Si prendono in considerazione il periodo dell’anno – specialmente per il gas –, la tipologia cliente – solo per la luce –, il modo in cui hai usato l’energia in passato o, nel nostro caso, il consumo medio mensile che la tua rata dovrebbe coprire. Se poi consideri che i costi fissi definiti dall’ARERA pesano, nel momento in cui scriviamo, su quasi metà della tua bolletta, capirai che i consumi contano fino a un certo punto.

Cosa ti assicura, però, che le stime non siano gonfiate per farti pagare una bolletta più alta? Semplice: il fornitore è obbligato legalmente a tenere conto dei dati che riceve dal distributore. Se una stima troppo alta dovesse venire corretta dalle letture effettive, il fornitore dovrà restituirti tutto quello che hai pagato in più.

Capiamo la sfiducia nel sistema, davvero, ma le tutele ci sono e funzionano. 


“Ma se vi mandassi un’autolettura?”

Allora, qui si apre un capitolo interessante. Secondo la delibera 738/16 dell’ARERA, infatti, non è più necessario inviare l’autolettura se il tuo contatore è elettronico. In casi come questi il fornitore può scegliere di non accettare i dati che gli giri tu, preferendo aspettare quelli del distributore. Il motivo? È più efficiente così. Le autoletture di un contatore teleletto, infatti, vanno sempre girate al distributore prima di essere accettate. 

Se preferisci comunque tenere d’occhio le letture che trovi in fattura, niente ti impedisce di confrontare le cifre riportate sul contatore con quelle delle nostre stime o delle letture effettive che ci manda il tuo distributore. 

Se invece hai un contatore tradizionale, non ti preoccupare: ti diremo noi qual è il momento migliore per mandarci l’autolettura.


Tu, nel dubbio


Tieni d’occhio le cifre che vedi sul tuo contatore, soprattutto se le letture del distributore non ti tornano. Può capitare che, per un malfunzionamento, il contatore mandi delle informazioni sbagliate, comunicando un consumo più alto di quello che realmente è. In casi come questi, scrivici appena ti accorgi dell’errore: ti chiederemo di mandarci un’autolettura che gireremo al distributore per rettificare i dati e – se necessario – mandare qualcuno a vedere il contatore. 

Tieni conto solo di una cosa: se il nostro contratto si è chiuso, non potremo più chiedere al tuo distributore di accettare la tua autolettura. Casi come questi sono davvero spiacevoli, ma accadono; e purtroppo siamo costretti a chiederti di pagare la fattura di chiusura finché il distributore non ci manda le letture corrette.

Come dicevamo, però, se anche dovessi pagare questi importi il distributore è obbligato a fare delle verifiche. E noi, dovessi avere ragione tu, ti restituiremo quello che hai pagato fino all’ultimo centesimo.