Piccola guida per dirti cos’è e quando puoi richiederlo.
Nella vita è meglio essere pronti a tutto, anche a un subentro. Si tratta della richiesta che devi presentare quando ti trovi di fronte a un contatore della luce o del gas che è stato disattivato dalla persona a cui era intestato prima di te. Dovrai letteralmente “subentrare” come nuovo cliente e chiedere al fornitore che hai scelto di riattivarlo.
Non vedevamo l’ora. Se traslochi in una nuova abitazione che magari non era abitata da un po’, potresti trovare il contatore staccato: ecco che ti tocca chiedere il subentro. Un contatore potrebbe essere spento anche perché la persona a cui era intestato prima è risultata morosa: vuol dire che non ha pagato le bollette e il suo fornitore ha sospeso l'erogazione dell'energia. Se dopo la sospensione la fornitura è stata anche cessata dovrai fare il subentro, se invece è rimasta attiva dovrai fare una voltura (cioè un cambio dell’intestatario). In ogni caso non preoccuparti, non dovrai farti carico delle fatture non pagate: la morosità resterà un problema della persona che ha contratto il debito.
Sì. Il costo del subentro varia a seconda della tipologia di mercato.
Nel caso del “mercato libero” – e per quanto riguarda l'elettricità – l’ARERA (l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) ha stabilito che i clienti debbano pagare al fornitore:
il contributo fisso di 25,51 € + IVA;
se il fornitore lo richiede, un contributo per coprire i costi della prestazione commerciale;
anche in questo caso, un eventuale deposito cauzionale che però non può esserti addebitato se sei un cliente domestico che domicilia le bollette;
Nel caso del gas pagherai una cifra compresa tra 30 e 50 € + IVA: l'importo può variare a seconda della località, del calibro del contatore e di eventuali agevolazioni o maggiorazioni, come per esempio quelle previste dai comuni.
“Come si fa la richiesta?”
Dipende dal tuo fornitore di energia: ognuno ha le sue modalità, che in genere sono specificate nel contratto. Quando avrai compilato le scartoffie, il fornitore invierà la richiesta al distributore: ne approfittiamo per ricordarti che i fornitori di energia sono quelli che la vendono – tipo noi –, mentre i distributori si occupano del trasporto dell’elettricità e del gas e della gestione dei contatori (infatti sono loro a fare le letture periodiche).
La domanda di attivazione, solitamente, deve contenere:
i dati anagrafici dell’intestatario del contratto: nome, cognome, codice fiscale, carta di identità valida e così via;
i recapiti, cioè il numero di telefono, l'email, l’indirizzo di residenza, quello delle forniture e del recapito delle fatture;
Il codice POD o PDR: sono, rispettivamente, i codici univoci che identificano i punti di consegna della luce e del gas;
altre informazioni utili, come la potenza impegnata in kW: il contatore verrà riattivato con la stessa potenza che aveva prima di essere disattivato;
il metodo di pagamento per le spese di riattivazione, (noi, per esempio, chiediamo l'IBAN o la carta di credito).
Nel caso di un subentro per la luce, il fornitore ha 2 giorni lavorativi per inoltrare la richiesta al distributore, che a sua volta ha 5 giorni per riattivare il contatore. In totale, avrai 7 giorni di attesa. Nel caso del gas, invece, il fornitore ha 2 giorni lavorativi per passare la richiesta al distributore, che invece ne ha 10 per mandare il tecnico a riattivare la fornitura. In totale aspetterai 12 giorni: siamo certi che nel frattempo troverai di meglio da fare.