LUCE E GAS
16 marzo 2020

 

Avvertenza: questo articolo contiene termini tecnici. In alcuni momenti, l’abbondanza di acronimi potrebbe causarti mal di testa. Se succede, stringi i denti. Ti daremo tutto l’aiuto possibile.

 

Se il tuo fornitore opera sul mercato libero, è possibile che tu stia sostenendo spese di cui non sei a conoscenza. Intendiamoci: non si tratta di una truffa. Da qualche parte, nel contratto che hai firmato, sono tutte scritte: magari in piccolo, ma scritte. Il fatto è che pochissimi, nel mondo reale, sanno com’è fatta una bolletta. E siccome è impossibile difendersi da qualcosa che non si conosce, per scoprire quanto stai pagando dobbiamo partire da qui.

Com’è fatta una bolletta?

Semplificando, una fattura luce o gas si compone di queste cinque voci:

- la spesa per la materia prima (energia elettrica o gas naturale);
- la spesa per il trasporto e la gestione del contatore;
gli oneri di sistema;
- le altre partite;
le imposte.

Le voci in corsivo sono uguali per tutti i fornitori, compresi quelli del mercato tutelato (le prime due sono definite da un’autorità indipendente che si chiama ARERA, mentre le imposte le stabilisce lo Stato). Di conseguenza, eventuali costi extra saranno inseriti nella "spesa per la materia prima" o nelle "altre partite".

Ed è a questo punto che arrivano gli acronimi.

 

Zach Galifianakis è alle prese con una serie di formule complicate.

 

PPE, PCV, CCR, QVD…

La spesa per la materia prima è costituita dalla somma di tante piccole voci di costo, sia fisse che variabili. Più precisamente, nella bolletta della luce paghi:


- il prezzo dell’energia (PE). Viene scelto dal fornitore e copre il costo sostenuto per acquistare l’elettricità dalle centrali. Questo è il famoso prezzo al kWh che viene pubblicizzato sui siti, e l’unico su cui di solito si fanno i confronti; a volte viene chiamato “corrispettivo luce”.
- il prezzo di dispacciamento del mercato libero. Serve a mantenere la rete elettrica in equilibrio.
- il corrispettivo mercato capacità. Serve ad assicurare una distribuzione dell’energia elettrica in quantità adeguata e a garantire la copertura di eventuali picchi di richiesta in ogni area della rete.
- il prezzo di perequazione energia (PPE). Questa voce è destinata ai clienti del mercato tutelato; se un fornitore del mercato libero te lo sta facendo pagare, sta applicando un costo che non dovresti sostenere.
- la componente di commercializzazione della vendita (PCV). È un importo che copre le spese per la gestione dei clienti.

Se tutti questi acronimi non ti hanno fatto venire sonno, forse hai già capito dove sta il trucco. Alcuni fornitori parlano principalmente di prezzo della materia prima: lo scrivono in grande, lo scontano e ti spingono a confrontarlo con quello dei concorrenti. Tendono a non parlare, invece, di tutte le altre componenti inserite nel contratto. Possono dunque impostare un prezzo della materia prima incredibilmente basso – ad esempio 0,0310 €/kWh – ma compensare aumentando le quote fisse di vendita, il PPE o gli altri acronimi, di fatto raddoppiando o triplicando l’importo che andrai a pagare.

 

Lato gas cambiano gli acronimi, ma non la sostanza. Nella bolletta dovresti trovare:

- il prezzo della materia prima gas. Corrisponde al costo che il fornitore sostiene per acquistare il gas che poi rivende. Ti sembrerà uno scherzo, ma a sua volta è costituito dalla somma di altre tre componenti, denominate con altrettanti acronimi (Cmem, CCR e QVD var). Viene scelto dal fornitore ed è espresso in €/Smc (Standard metro cubo); a volte viene chiamato “corrispettivo gas”.
- gli oneri di gradualità. Sul mercato tutelato questi costi sono pari a 0 €. Se un venditore del mercato libero te li fa pagare, diciamo che sta facendo il simpatico.
- la componente di commercializzazione della vendita al dettaglio (QVD). Nel mercato libero ogni fornitore può applicare l'importo che vuole, e si può arrivare a cifre molto alte. 

Nelle altre partite si inseriscono invece i costi una-tantum, come gli interventi tecnici. Questi ultimi sono fatturati dal distributore, ma il fornitore può chiederti qualcosa per la gestione della pratica.

 

 

In conclusione: come puoi scoprire se stai pagando costi nascosti?

L’unico modo è prendere il contratto e sommare tutti i costi visti sopra. Potrebbero avere gli stessi nomi che abbiamo riportato, ma anche chiamarsi nei modi più disparati (“corrispettivo per gestione energetica”, “sbilanciamento per servizi di vendita” e così via: l’unico limite è la fantasia). Per andare sul sicuro, considera ogni voce espressa in €/kWh, €/Smc o €/anno. Se non hai con te il contratto puoi guardare nella bolletta, ma tieni presente che solitamente viene inviata in una versione “sintetica”, in cui le singole voci non sono riportate. Esiste però una bolletta più completa, chiamata “di dettaglio”: puoi richiederla al fornitore o trovarla nella tua area personale.

 

Invece che di prezzo, noi parliamo di “spesa annua”

Anche noi decidiamo il nostro prezzo, ma non lo abbassiamo in modo esagerato per poi gonfiare certi importi scritti in piccolo. Inoltre manteniamo gli altri costi allo stesso livello del mercato tutelato, e non ti facciamo pagare spese poco trasparenti. Infine, grazie alla rata fissa, con noi puoi sapere quanto spenderai in un anno ancora prima di sottoscrivere il contratto. Con buona pace degli acronimi.


I valori del mercato tutelato vengono modificati ogni tre mesi. Noi teniamo questo articolo aggiornato, ma puoi comunque controllarli sul sito dell’ARERA.