GREEN E AMBIENTE
01 agosto 2024

Se pensavi che solo gli elettrodomestici avessero una classe energetica, eccoci qui ad ampliare la tua conoscenza. Le case, infatti, non consumano energia tutte nello stesso modo: molto dipende dai materiali con cui sono state costruite, il periodo storico o che soluzioni sono state scelte per riscaldarle e raffreddarle. È un’informazione fondamentale da conoscere se vuoi comprare, vendere o affittare, perché la classe energetica influisce direttamente sulle bollette (e quindi, sul costo dell’immobile). Tolto il portafoglio, però, anche l’aspetto ambientale ha il suo peso: meglio consuma una casa, meno inquinerà.

Quali sono, quindi, le case che sprecano meno energia? E come si misura l’efficienza energetica di una casa? Scopriamolo insieme.

Partiamo dalle definizioni

La classe energetica di una casa è sia una certificazione che un sistema di classificazione degli immobili. Nel primo caso serve a confermare qual è la capacità di un’abitazione di consumare l’energia: più bassa sarà la classe energetica, più grande sarà lo spreco di energia. È un documento obbligatorio dal 2005 per la costruzione di nuove case, per la vendita, per l’affitto o se si vuole ristrutturare con l’aiuto di qualche detrazione.

Dicevamo, la classe energetica è anche un sistema di classificazione degli immobili che li distingue in 10 categorie. Per calcolarla si tiene principalmente conto di due cose:

  • l’indice di prestazione energetica (EP), che viene misurato considerando il consumo energetico minimo o massimo di un’abitazione, analizzando i consumi legati al riscaldamento, al raffreddamento e alla produzione di acqua calda sanitaria (per farti la doccia, per scaldare la casa o per fare entrambe le cose);

  • un punteggio che va da 1 a 10, dove 1 è uno stato di quasi totale inefficienza energetica.

Insieme a questo, possono incidere sul calcolo i materiali di costruzione, gli infissi ed eventuali fonti di energia rinnovabili presenti nell’abitazione.

La classe energetica e tutte queste informazioni si trovano nell’attestato di prestazione energetica della casa, per gli amici “APE”.



“Datemi una A, datemi una G, datemi una E!”

Anche se il cheerleading sembra uno sport niente male, non ci siamo dati al tifo. Le varie classi energetiche, infatti, sono tendenzialmente identificate da una lettera dell’alfabeto (con una piccola eccezione per le classi più efficienti) e vanno dalla G alla A4. Vediamo quali sono le caratteristiche di alcune classi, quelle più interessanti per capire cosa influisce sulla capacità di una casa di gestire bene l’energia.

Classe energetica G: è, come puoi immaginare, la peggiore. Tendenzialmente si tratta di edifici vecchi, costruiti oltre 40 anni fa, che sprecano molta energia sia per riscaldare che per raffreddare gli ambienti.

  • punteggio: 1;

  • EP: superiore a 3,50.

Classe energetica E: dentro ci sono la stragrande maggioranza degli edifici del nostro Paese, cioè quelli costruiti tra gli anni ’70 e ’90. Normalmente hanno un impianto di riscaldamento a metano e hanno un livello di isolamento termico migliore rispetto alle classi G ed F, ma sono comunque poco efficienti.

  • punteggio: 3;

  • consumo massimo fino a 2,60 EP;

  • consumo minimo pari o superiore a 2,00 EP.

Classe energetica C: qui troviamo degli edifici che hanno ricevuto alcune migliorie da un punto di vista energetico. I vecchi impianti a gas, infatti, sono stati sostituiti da una caldaia a condensazione, i termosifoni hanno valvole termostatiche e – in generale – c’è una buona coibentazione. 

  • punteggio: 5;

  • consumo massimo fino a 1,50 EP;

  • consumo minimo pari o superiore a 1,20 EP.

Classe energetica B: in questa categoria ci sono le case costruite di recente o che sono state ristrutturate per riqualificarle da un punto di vista energetico. In questo caso, l’efficienza si può vedere direttamente nella bolletta (e, anche se non si vedono, le emissioni di CO2 sono altrettanto ridotte).

  • punteggio: 6;

  • consumo massimo fino a 1,20 EP;

  • consumo minimo pari o superiore a 1,00 EP.

Classe energetica A: è chiaramente la migliore e si divide in 4 sottocategorie (da A1 a A4), che hanno un punteggio da 7 a 10 e il cui EP va da un massimo di 1,00 a un minimo di 0,40. Sono case con un ottimo isolamento termico, impianti di riscaldamento e raffreddamento molto efficienti, infissi di qualità, elettrodomestici di classe A e utilizzano fonti rinnovabili.



Vuoi fare un salto di classe?

Ci sono diverse cose che puoi fare per migliorare la classe energetica di casa tua. E anche se si tratta di azioni strutturali, niente toglie che tu possa decidere di metterle in pratica una alla volta. Vediamole:

  • isolamento termico: cerca di isolare pareti, tetto e solai per impedire che il caldo e il fresco “scappino” via di casa quando ne hai più bisogno;

  • infissi: se puoi, sostituisci i vecchi modelli con quelli nuovi, che ti aiuteranno a non disperdere l’energia e a fare lavorare meno termosifoni e pompe di calore;

  • riscaldamento e raffrescamento: preferisci caldaie a condensazione per l’inverno o pompe di calore, se puoi permetterti di stare senza gas. Le pompe di calore sono utilissime anche in estate;

  • fonti di energia rinnovabile: se puoi, installa dei pannelli fotovoltaici o un impianto solare termico che possa abbassare il costo delle tue bollette e la tua impronta di CO2.

Una volta fatti tutti questi miglioramenti, ricordati di chiedere l’APE: anche se non devi affittare o vendere, ti aiuterà a capire cosa manca per raggiungere il più alto grado di efficienza.