Anche se il cheerleading sembra uno sport niente male, non ci siamo dati al tifo. Le varie classi energetiche, infatti, sono tendenzialmente identificate da una lettera dell’alfabeto (con una piccola eccezione per le classi più efficienti) e vanno dalla G alla A4. Vediamo quali sono le caratteristiche di alcune classi, quelle più interessanti per capire cosa influisce sulla capacità di una casa di gestire bene l’energia.
Classe energetica G: è, come puoi immaginare, la peggiore. Tendenzialmente si tratta di edifici vecchi, costruiti oltre 40 anni fa, che sprecano molta energia sia per riscaldare che per raffreddare gli ambienti.
Classe energetica E: dentro ci sono la stragrande maggioranza degli edifici del nostro Paese, cioè quelli costruiti tra gli anni ’70 e ’90. Normalmente hanno un impianto di riscaldamento a metano e hanno un livello di isolamento termico migliore rispetto alle classi G ed F, ma sono comunque poco efficienti.
Classe energetica C: qui troviamo degli edifici che hanno ricevuto alcune migliorie da un punto di vista energetico. I vecchi impianti a gas, infatti, sono stati sostituiti da una caldaia a condensazione, i termosifoni hanno valvole termostatiche e – in generale – c’è una buona coibentazione.
Classe energetica B: in questa categoria ci sono le case costruite di recente o che sono state ristrutturate per riqualificarle da un punto di vista energetico. In questo caso, l’efficienza si può vedere direttamente nella bolletta (e, anche se non si vedono, le emissioni di CO2 sono altrettanto ridotte).
Classe energetica A: è chiaramente la migliore e si divide in 4 sottocategorie (da A1 a A4), che hanno un punteggio da 7 a 10 e il cui EP va da un massimo di 1,00 a un minimo di 0,40. Sono case con un ottimo isolamento termico, impianti di riscaldamento e raffreddamento molto efficienti, infissi di qualità, elettrodomestici di classe A e utilizzano fonti rinnovabili.