FACCIAMO COSE
23 novembre 2021

Il caro Murphy ci ricorda sempre che “se qualcosa può andare storto, lo farà”, e chi meglio di noi e quel povero disgraziato di Emilio – il nostro Fantacalcio specialist – sanno quanta verità nascondono queste parole? Se si tratta di energia, abbiamo provato a fermare la ruota dell’imprevedibilità con la rata fissa e finora pare che la cosa funzioni, ma quando parliamo di Fanta le variabili sembrano essere ancora di più. 

Ti svegli la mattina, controlli i risultati e scopri di aver vinto uno scontro diretto: la classifica ti sorride, il mondo pure e la rimonta in campionato è a un passo. Non fai in tempo a darti una pacca sulla spalla che eccolo lì: l’ennesimo infortunio di un giocatore potrebbe rovinare tutti i tuoi piani per le prossime giornate. È solo uno tra i mille esempi di cose che possono andare storte nel Fanta.

Facciamo una bella lista

Magari partendo proprio dagli infortuni. Gli stop dei calciatori possono arrivare a compromettere intere stagioni, sia per le squadre reali che per le fantasquadre che hanno puntato su di loro. Di norma la cosa si risolve in poche settimane: il problema arriva quando la sfiga decide di tormentare i giocatori di uno specifico settore di campo, e per lungo tempo. Il classico caso in cui il tuo livello di frustrazione comincia a raggiungere vette interessanti. 

Sheldon di Big bang theory prende aria da un sacchetto di carta

 

Il tuo pupillo contro il resto del mondo

Da idoli delle curve a “bravi ma problematici” il passo è breve. Chiedilo a quei giocatori che entrano in polemica con i tifosi, con la squadra o con l’allenatore: improvvisamente li vedrai spenti, svogliati, messi in un angolo in favore del primo panchinaro disponibile. Prima di farti mangiare dalla paranoia, ti conviene prendere la sana abitudine di buttare un occhio alla situazione contrattuale del pupillo in questione, e regolarti di conseguenza. Prevenire è meglio che curare.

 

Sotto la soglia del 66

A nessuno piace perdere per un pelo, ma quando giochi con le millemila possibilità del Fantacalcio devi mettere in conto anche che non arriverai a 66. Significa che potresti non raggiungere la soglia minima del gol fantacalcistico, che funziona così: per calcolare le reti si usano i voti dati dalla redazione del Fanta a ciascun giocatore (vanno da 0 a 10), e in genere si considera il 66 come voto minimo della squadra (sarebbe un 6 di media per ciascuno degli 11 giocatori). Prendere 66 equivale a fare un gol; da lì in poi, di solito, ogni 6 punti in più corrispondono a un altro gol: se fai 72 sei a 2 reti, 78 sono 3 reti e via dicendo. In realtà ogni regolamento ha un suo metodo: per esempio c’è chi considera un gol ogni 4 punti in più o chi si affida a delle fasce di punteggio che si restringono progressivamente. La depressione scatta quando ti fermi a 65,5: vuol dire zero reti e tantissime imprecazioni, le tue. 

Dolori e gioie dello scambismo

Durante il campionato ti capiterà di scambiare giocatori come figurine per coprire i buchi nella tua formazione. Di norma fila tutto liscio perché stai prendendo proprio il calciatore di cui hai bisogno, ma sai com’è fatta la sfiga: misteriosamente il giocatore che hai appena ceduto comincerà a segnare anche mentre starnutisce, invece quello che hai preso in cambio darà il peggio che si sia mai visto. Odierai la vita, l’Universo e chi ti ha convinto a chiudere la trattativa. 

 

 

La Sindrome della calamita

O “incroci di calendario sfavorevoli”. Anche se le sfighe di cui abbiamo parlato finora non ti riguardano, può sempre andarti tutto storto senza che niente ti vada davvero storto. Tradotto, vuol dire che l’imprevedibilità del Fanta può essere peggiore di quella del campionato vero e proprio. In ogni giornata fronteggerai avversari che – nella realtà – appartengono a squadre diverse, aumentando o diminuendo vertiginosamente le probabilità che tutto vada bene o molto male. Calciatori che segnano dopo mesi, panchinari che diventano pericolosissimi, difensori mai pervenuti che improvvisamente si svegliano. E tu? Non puoi farci assolutamente niente, se non sederti sulla riva del fiume e aspettare che il momento passi. Emilio, almeno, fa così.