GREEN E AMBIENTE
19 agosto 2024

Come forse avrai letto da qualche parte, anche quest’estate alcune regioni italiane stanno avendo problemi di siccità. I bacini idrici sono ridotti a pozzanghere, le precipitazioni durante l’anno non sono state evidentemente sufficienti, così come le nevicate. Non siamo gli unici ad avere questi problemi: nel mondo ci sono aree geografiche, anche molto vaste, che combattono contro la siccità da sempre, o comunque da moltissimo tempo, senza soluzioni soddisfacenti. Dal 2018, però, qualcosa ha iniziato a muoversi.  

Qualcuno ha inventato una macchina

Questo qualcuno si chiama Moses West e – al di là di simpatiche similitudini sul suo nome e l’avere a che fare con l’acqua – è salito agli onori della cronaca per aver brevettato un macchinario in grado di trasformare l’aria in acqua. Potabile. La tecnologia in questione aspira aria dall’ambiente circostante e la raffredda fino a condensare il vapore acqueo. Un sistema di filtraggio, poi, la depura trasformandola in acqua buona da bere: ogni giorno vengono generati 8.000 litri d’acqua pulita. Il macchinario è stato già utilizzato in nove missioni delle Nazioni Unite in aree colpite da disastri naturali e rimaste a corto di acqua potabile. Uno dei suoi punti forti è che è alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili e consuma meno di altri prodotti simili.

Prima ancora, c’erano gli svizzeri

Sembra che già nel 2015 la società svizzera Seas stesse testando una tecnologia in grado di trasformare l’aria in acqua, e che è attualmente funzionante: nel 2022 la società ha stretto un accordo con gli Emirati Arabi per installare tremila dei suoi dispositivi ad Abu Dhabi sia per uso civile che militare. Il dato notevole, qui, non è tanto l’invenzione in sé, ma il fatto che si riesca già a replicarla e commercializzarla su larga scala: l’abbattimento dei costi potrebbe rendere questa tecnologia più accessibile anche a chi non vive in uno dei Paesi più ricchi al mondo.  

E prima ancora, c’era Friedrich Zibold  

Questa storia dell’aria che diventa acqua non è così recente e, anzi, ha anche origini “misteriose”. Sembra che nel 1900 l’ingegnere russo Friedrich Zibold fosse a Feodosia, un’antica città della Crimea, e stesse osservando alcune pietre nei resti della città ipotizzando che – in qualche modo – servissero a condensare l’aria molto secca della zona per trasformarla in acqua. Non si sa se questa supposizione sia esatta, ma se lo fosse vorrebbe dire che già gli antichi greci – che fondarono Theodosia nel sesto secolo a.C. – erano in grado di utilizzare questo genere di tecnologia. Per provarlo, Zibold costruì un marchingegno basato sul funzionamento ipotetico di quelle pietre: la storia dice che nel 1912 fosse in grado di produrre 360 litri di acqua al giorno, ma sembra non ci siano prove a dimostrarlo, così come però non ci sono prove che smentiscano le ipotesi di Zibold sui greci.