Nell’autunno dello scorso anno i prezzi del gas hanno iniziato a salire, perché il mercato aveva già fiutato la probabilità di una crisi internazionale. La crisi è arrivata, con le conseguenze che conosciamo bene: il conflitto tra Russia e Ucraina ha determinato un’infinità di problemi sui rifornimenti. Le quotazioni del gas sono schizzate con picchi sempre più fuori controllo e gli operatori – tra cui noi – hanno dovuto riconsiderare le proprie strategie.
Alcuni l’hanno fatto in modo abbastanza discutibile, venendo meno ad accordi già presi con la clientela o cambiando le carte in tavola. La nostra scelta è stata non muoverci di un passo rispetto agli accordi che abbiamo preso con chi aveva deciso di passare a NeN. Allo stesso tempo oggi, però, non possiamo fingere che quello che sta succedendo non abbia conseguenze per noi o per chi sta pensando di averci come fornitore.