ENERTECH E FUTURO
10 agosto 2020

 

Sembra qualcosa che si può sentire nella pubblicità di un’auto, ma “certa tecnologia è rivoluzionaria”. In questa nostra epoca storica, sono molti i settori a essere stati travolti da una nuova generazione di aziende, entrate in quei mercati con l’idea di fare le cose in modo diverso e finite a fare da apripista per i player che già c’erano.

L’impatto, in molti casi, è stato tale da spingere i giornali a coniare per loro dei neologismi: sono così nate definizioni come “FinTech” (tecnologia applicata ai servizi finanziari), “InsurTech” (tecnologia applicata alle assicurazioni) e “FoodTech” (tecnologia applicata al cibo). La carica delle start-up non si è arrestata neppure di fronte al romanticismo, considerando quanto è affollato il panorama delle aziende (le “LoveTech”) che renderanno diversi i San Valentino di tutti. Per questo, quando ci siamo posti l’obiettivo di “travolgere, stravolgere e rimontare da zero il mondo dell’energia”, abbiamo deciso che saremmo stati una “EnerTech”.

Avremmo potuto usare più fantasia

Ma è una definizione che rende bene l’idea, almeno tra la stampa e gli addetti ai lavori. Sapevamo, scegliendola, di dover fare fronte a certe aspettative: le “Tech” di cui sopra si sono rese protagoniste di ondate di innovazione che hanno sovvertito interi settori, non senza che ce ne accorgessimo e che qualcuno ne pagasse le conseguenze. Basti pensare a come è cambiato il modo in cui facciamo acquisti, chiamiamo un taxi, scegliamo il ristorante, ascoltiamo la musica o ci facciamo portare il cibo a casa.

Insomma, per dire di essere “una “EnerTech” non basta certo avere un’app con cui fare gestire le forniture. Ne siamo consapevoli e ci siamo attrezzati per andare oltre, ovviamente per gradi, considerando che siamo operativi solo da marzo. Suona un po’ presuntuoso, ma ci sono almeno tre aspetti che ci fanno sperare di essere all’altezza della definizione.

Le competenze

In NeN lavorano, ovviamente, persone che si sono formate nel mondo dell’energia, in qualità di esperti di prodotto. Sono però in netta minoranza: tutto il resto dell’azienda è fatto da professionisti provenienti da settori completamente diversi, che si occupano di costruire e tenere in attività ogni altro aspetto della macchina. È per questo che abbiamo potuto internalizzare la User Experience, lo sviluppo del sito e dell’app, il marketing e gran parte della comunicazione. Dove non arriviamo da soli ci affidiamo a consulenti e ad agenzie, ma mantenendo il controllo delle operazioni su tutta la “filiera”.

Il modo di lavorare

Chi si occupa di sviluppare prodotti digitali non sarà sorpreso di scoprire che lavoriamo “per sprint” e “in agile”. A tutti gli altri basterà sapere che la nostra struttura, sgravata dalla stratificazione di processi e gerarchie che rallenta il lavoro di molte grandi aziende, ci permette di essere molto veloci e concentrati sul risultato. Siamo coscienti di essere fallibili ma abbiamo l’ossessione per il perfezionismo. Questo ci porta a riconoscere gli errori, invece di ignorarli, e a risolverli in tempi (normalmente) brevi, anche per via del rapporto che instauriamo con i NeNner presenti e futuri, a cui può capitare di conversare con chiunque di noi, amministratore delegato compreso.

La tecnologia

Già oggi siamo digitali al 100%, ma il bello deve ancora venire e anche qui, non è una frase fatta. Nei giorni in cui scriviamo questo articolo stiamo testando dei dispositivi che non vediamo l’ora di lanciare sul mercato – un’ora che si fa sempre più vicina. Guardiamo all’internet delle cose perché sappiamo che da lì passeranno tutte le innovazioni che permetteranno di risparmiare sull’energia di casa, di contrastare il cambiamento climatico e di aumentare il confort domestico.