LUCE E GAS
23 ottobre 2023

Sì, forse l’hai sentito dire anche tu: il prezzo del gas potrebbe aumentare nei prossimi mesi. Ora, probabilmente questo appuntamento ricorrente inizia ad annoiare anche te – non solo noi che dobbiamo pensarci ogni giorno. Il motivo per cui vale la pena parlarne, però, è ci troviamo in uno scenario molto diverso rispetto a quello dello scorso anno. Intanto, mettiamo sul tavolo un fatto: è abbastanza difficile che i prezzi tornino ai livelli di fine 2022. Andiamo a vedere perché.

Tempesta perfetta

Che fino a qui non aveva toccato le temperature. Anzi, il clima mite di ottobre aveva fatto ben sperare fino a quando, tra l’11 e il 12 ottobre, delle perdite anomale in un gasdotto tra Finlandia ed Estonia hanno fatto pensare a un sabotaggio – di cui non abbiamo ancora prove certe, ovviamente. Insieme a questo, lo sciopero settembrino dei lavoratori australiani nel settore del GNL – ebbene sì, una farfalla sbatte le ali a Sidney e noi siamo qui a parlarne – ha innervosito i mercati. Ultimo cronologicamente ma non per gravità, gli attacchi di Hamas e la massiccia risposta di Israele hanno portato instabilità in una zona geografica piuttosto centrale per il movimento del gas. È stato subito chiuso il giacimento di gas di Tamar, vicino alla striscia di Gaza, che dovrebbe rifornire l’Egitto che, a sua volta, dovrebbe rifornire l’Italia. Ma non è tanto questo il punto: l’Algeria, cioè il principale fornitore di gas per l’Italia adesso che i rapporti con la Russia sono chiusi, ha condannato solo gli attacchi israeliani. Il Qatar, che si è appena legato a filo doppio con la Francia per i rifornimenti di gas, è sempre stato molto vicino ad Hamas. Così mercati, già abbastanza sul “chi vive”, hanno risposto il 12 ottobre aumentando le quote del gas sul TTF di Amsterdam: il picco più alto raggiunto in 6 mesi. 

Mercati e camomilla

Che ci fosse un po’ di suscettibilità in giro, lo si sapeva. Quest’ultimo aumento, però, ci ha fatto capire quanto i mercati sono diventati sensibili negli ultimi due anni. La paura di rimanere senza gas, infatti, non è realistica. Le nostre scorte sono piene al 95% e il “freddo” è arrivato solo adesso in tutta Europa. Gli inneschi di cui abbiamo appena parlato sono significativi, ma la situazione è molto diversa da quella del 2022: c’è meno incertezza sulle nostre forniture e, per quanto la situazione nel cosiddetto “mondo arabo” sia delicata, gli Stati con cui l’Europa ha stretto degli accordi non hanno messo in discussione la collaborazione su questo fronte. Insomma, quest’anno abbiamo molte più certezze; sappiamo però che la situazione rimane difficile da prevedere, e che un pizzico di speculazione non aiuterà con i prezzi. Vista l’esperienza dello scorso anno, quindi, ha senso mettere le mani avanti.


E la luce?

Anche qui ci saranno degli aumenti, come già indicato dall’ARERA nell’aggiornamento prezzi di fine settembre. Come abbiamo già detto un annetto fa, infatti, i prezzi di luce e gas non viaggiano su binari paralleli; anzi, sono molto legati l’uno all’altro. È sul costo del gas, infatti, che viene stabilito il prezzo dell'elettricità prodotta da ogni fonte, comprese le rinnovabili. C’è una buona notizia, però: grazie alle piogge del 2023, gli impianti idroelettrici sono tornati a funzionare come previsto. Questo vuol dire che ci servirà meno gas per avere la luce. E che quella luce sarà, fortunatamente, pulita.