Nelle ultime settimane, sembra che l’orologio “stagionale” sia in ritardo di due mesi. Le piogge – che solitamente si scaricavano tra marzo e aprile – si sono spostate a maggio, che nella prima parte del 2023 è stato il mese più piovoso nel nord e nel centro Italia. Il ritorno dell’acqua si è fatto sentire, soprattutto in Emilia-Romagna: sono caduti più di 200 ml in circa 24 ore, l’equivalente di 2-3 mesi di pioggia.
Insomma, ha sicuramente piovuto più del 2022 fin qui. Lo scorso anno, però, ha lasciato il terreno molto arido e meno capace di assorbire l’acqua piovana. I primi mesi del 2023 non hanno aiutato granché: ha nevicato poco e, per via dell’inverno molto caldo, è rimasta poca neve a fare da “serbatoio” per il resto dell’estate. Certo, il calo di temperature di aprile ha aiutato, ma è presto per capire quanto sarà significativo.
Per noi che abbiamo a che fare con l’energia ogni giorno, tenere d’occhio queste cose è abbastanza vitale. O meglio, lo è per chiunque viva sul pianeta Terra. Per il settore dell’energia, però, la portata d’acqua di un fiume o il livello di neve in montagna ha un valore particolare. Vediamo con calma di che si tratta, e perché la siccità tocca l’Italia molto da vicino.