GREEN E AMBIENTE
26 marzo 2025

Okay, sempre di bitume e catrame si tratta e non è certo la cosa più green che l’umanità abbia concepito, ma forse avrai già letto da qualche parte che anche il manto stradale può fare la sua parte per contribuire alla transizione energetica. Ricaricando le auto elettriche.  

Trattasi di “strade elettrificate” o “e-road” (che è la stessa cosa, ma in inglese suona meglio): comunque si voglia chiamarle, questo tipo di strade rappresentano una potenziale svolta in tema di ricariche dei veicoli, specialmente sulle lunghe tratte o in assenza di colonnine di ricarica.


Come funzionano le strade elettrificate

Per induzione o conduzione, dipende dalla strada, ma in ogni caso il veicolo elettrico che ci passa sopra dev’essere dotato di un connettore per ricevere l’energia dall’asfalto.


La ricarica induttiva

Funziona così: sotto l’asfalto vengono installate delle bobine che generano un campo elettromagnetico per trasmettere energia alle bobine riceventi, quelle delle auto. Al passaggio del veicolo il campo magnetico si attiva, l’energia viene indotta da una parte all’altra e la batteria riceve la ricarica di cui ha bisogno per proseguire. Nella pratica, le bobine vengono posizionate a intervalli regolari sotto la carreggiata, dei sensori rilevano la presenza di un veicolo compatibile per l’induzione e le bobine si attivano man mano durante il percorso dell’auto. L’energia necessaria ad attivare il campo magnetico e ricaricare l’auto viene da un sistema elettrico, che può essere alimentato da fonti rinnovabili.

La ricarica induttiva permette di ricaricare più auto contemporaneamente e ha bisogno “solo” di una bobina ricevente a bordo del veicolo; c’è da considerare, tuttavia, che l’efficienza di ricarica non è ai suoi massimi, perché il movimento disperde una parte dell’energia trasmessa.

La ricarica conduttiva

Se hai mai preso un treno, sai di cosa parliamo. Questo sistema potrebbe applicarsi anche alle auto: in buona sostanza, si crea un collegamento fisico diretto tra auto e strada attraverso l’installazione di binari elettrificati o rotaie metalliche. I veicoli, in questo caso, al posto della bobina dovrebbero avere un piccolo braccio retrattile che si connette alla rotaia e preleva l’energia. I binari vengono posizionati al centro oppure ai lati della careggiata di marcia e si attivano solo al passaggio di un’auto in grado di ricaricarsi. In questo caso l’efficienza di trasmissione è più alta, perché i binari garantiscono poca o zero dispersione, ma è un sistema più soggetto a usura vista la presenza di binari e bracci delle auto.  

“Dove sono queste fantasmagoriche strade?”

Quando si tratta di andare alle origini dell’innovazione, spesso è sufficiente alzare la testa e guardare verso il Nord Europa. La Svezia, in questo caso, è stata pioniera nello sviluppo di strade elettrificate. L’autostrada E20, che collega Stoccolma, Göteborg e Malmö, dovrebbe completare entro quest’anno il suo passaggio a e-road, iniziato nel 2023. Già nel 2018 il Trafikverket – l’amministrazione dei trasporti svedese – aveva prototipato qualcosa di simile, cioè un sistema a conduzione (quello con i binari, per intenderci) per veicoli elettrici su strade pubbliche, che andava dall’aeroporto di Stoccolma a un’area logistica a Rosersberg.

“E in Italia?”

Anche in questo caso tocca alzare la testa verso nord, nel tratto di strada che va da Milano a Brescia. La Brebemi, cioè l’A35 che collega le due città, dovrebbe ospitare i primi chilometri di strada elettrificata a induzione. Dal 2018 è attivo il progetto che ha portato alla costruzione del circuito “Arena del futuro”, una pista di prova lunga un chilometro dove vengono testati veicoli e sistemi di induzione. Oltre che elettrificare quel tratto di strada, l’idea è anche quella di costruire dei parchi fotovoltaici che alimentino le bobine a induzione per la maggior parte del tempo.