PARLIAMONEN
04 settembre 2025

Forse non ti sarà sfuggito che passiamo buona parte dell’anno a parlarti di elettrodomestici, consumi, bollette e altre cose attraenti come un bidone dell’indifferenziata: è uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve pur fare, e dal momento che vendiamo luce e gas quel qualcuno siamo proprio noi. 

A forza di nominare “l’energia”, però, ci capita di imbatterci in questioni che forse hanno poco a che vedere con la tua bolletta, ma che mettono questa parola su un piano più ampio e ci aiutano a capire meglio, alla fine, di cosa parliamo davvero quando parliamo di energia. 


L’energia nell’universo, per esempio

Non per andare avanti a banalità ma un po' tutto, qui, è “energia”: tu, noi, la stanza che ci gira intorno, la luce che ci batte in testa, la forza che move il sole e l’altre stelle. Non sappiamo se ne sei a conoscenza, ma proprio l’universo non se ne sta lì accontentandosi di esistere: si espande. È come vederlo lievitare: la dimensione delle cose al suo interno resta più o meno la stessa (le stelle, per esempio), ma la distanza tra loro aumenta. Lo ha scoperto Edwin Hubble cent’anni fa, dimostrando l’esistenza di una forza antigravitazionale che impedisce alle forze gravitazionali di far ripiegare ogni cosa su se stessa. 

Nelle sue equazioni, Einstein chiamava questa forza “costante cosmologica”: oggi la conosciamo come “energia oscura” e sappiamo che rappresenta circa il 68% della densità dell’energia dell’universo. Il restante 32% si divide in materia oscura (27%, è la massa non visibile dell’universo, che tuttavia spiega e influenza i processi gravitazionali) e materia visibile (5%), cioè tutto quello che riusciamo a vedere. Per darti un’idea di quanto poco contiamo. 


Com’è fatta l’energia oscura?

Beh, ti sfidiamo a dare una definizione di una cosa che non si può vedere, ma gli scienziati vanno oltre queste piccolezze e hanno avanzato diverse ipotesi su cosa sia l’energia oscura. La più semplice da capire per noi poveri mortali è che si tratti di energia “del vuoto”: anche ciò che non è visibile all’occhio umano produce energia. Secondo la meccanica quantistica il vuoto non sarebbe effettivamente vuoto, ma produrrebbe delle fluttuazioni quantistiche che creano e distruggono particelle e antiparticelle virtuali. 

La produzione di energia oscura sarebbe direttamente proporzionale all’espansione dell’universo. 


Non ne sappiamo granché, comunque 

L’universo si espande, okay, ma non sappiamo fino a quando. Di recente, però, si è osservato che la presunta produzione di energia oscura stia diminuendo nel corso di miliardi di anni. Non si tratta di dati certi, ma mettiamo che sia così: se l’espansione diminuisse fino a fermarsi, l’universo potrebbe iniziare a contrarsi su se stesso dopo essersi espanso. Questo darebbe conferma delle teorie della ciclicità, cioè quelle che sostengono che l’universo si espanda e si contragga più volte e che il Big Bang non sia stato necessariamente l’origine di tutto, ma solo l’inizio di uno dei tanti cicli.


“Se così fosse, stiamo per estinguerci?”

Non prima di aver pagato le bollette – battuta: per l’estinzione, comunque, bisogna chiedere al Sole. Il giorno in cui la stella che ci dà l’energia necessaria a vivere (e ai pannelli solari, certo) inizierà ad espandersi potremmo preoccuparci. Vuoi una data? Diciamo tra un miliardo di anni.