LUCE E GAS
07 novembre 2022

 

Rispondiamo subito alla domanda posta nel titolo: il “CMOR”, acronimo di “Corrispettivo Morosità”, è un indennizzo che serve ai fornitori di energia per recuperare i crediti non riscossi. È stato introdotto dall’ARERA per contrastare quello che a volte viene definito “turismo energetico”, cioè la pratica di cambiare fornitore allo scopo di evitare la riscossione delle bollette non pagate. In una situazione di CMOR, infatti, il nuovo fornitore è obbligato a riscuotere gli insoluti per conto di quello vecchio.

 

Una scena dal cartone di Spongebob dove una cassa si apre

 

“Come funziona il corrispettivo CMOR?”

Il meccanismo è piuttosto semplice. Quando un cliente che ha degli insoluti chiede uno “switch”, il vecchio fornitore può chiedere a quello nuovo di applicare il CMOR nella prima fattura utile. La parola chiave è “utile”: a differenza di quanto si può immaginare, la richiesta può essere inviata tra i sei e i dodici mesi successivi al passaggio (questo per dare alle persone il tempo e la possibilità di saldare il debito). Il vecchio fornitore può richiedere il CMOR solo per indennizzi superiori a 10 € e solo nel caso di fatture che contabilizzino i consumi degli ultimi cinque mesi precedenti al passaggio.

 

“Come faccio a trovare il CMOR nella fattura?”

Cerca la voce “Corrispettivo CMOR” nella sezione “Altre partite” (a volte chiamata “Altre voci comprese nella bolletta”).

Se hai una fornitura con noi, troverai la voce "CMOR" bene in vista anche all'interno della tua area personale, sia da sito che da app.

 

“Si può contestare il pagamento del CMOR?”

Se è stato notificato per errore, certo. Ad esempio, può succedere che nel momento in cui il CMOR viene inserito in fattura il cliente abbia già saldato il debito. In questo caso il cliente può inviare un reclamo scritto al vecchio fornitore, utilizzando una raccomandata con ricevuta di ritorno.

Per normativa, il vecchio fornitore ha l’obbligo di rispondere entro 40 giorni dalla data del timbro postale; se non lo fa, il passo successivo è inviare un reclamo all’ARERA, tramite lo sportello del consumatore. Durante tutta questa fase, il cliente non è tenuto a pagare il corrispettivo; inoltre, qualora i tempi di risposta si protraggano oltre i 40 giorni, non è considerato “moroso”, quindi non rischia la sospensione della propria fornitura. Se il fornitore minaccia di staccare la luce e il gas mentre il contenzioso è aperto, il nostro consiglio è di rivolgersi a un legale o un’associazione specializzata nella tutela dei consumatori.

Serve invece a poco, per non dire a nulla, prendersela con il nuovo fornitore, che è tenuto a notificare il CMOR e che non ha disposizione nessuna informazione al di fuori dell’importo da riscuotere.

 

“Non ho pagato una bolletta. Posso evitare il CMOR?”

No: in questo caso il vecchio fornitore ha il diritto di richiedere il CMOR, perché ha speso soldi per acquistare l’energia che hai utilizzato ma che non hai pagato.

A volte il CMOR nasce da situazioni finanziarie difficili, ma spesso è figlio della mancata comprensione di come funziona il “passaggio” nel mondo dell’energia: dopo che si è firmato il nuovo contratto si pensa di non dovere più nulla al vecchio fornitore, e se ne ignorano le fatture che invece è tenuto a inviare prima e dopo il cambio (l’abbiamo spiegato qui). Per non avere brutte sorprese, è dunque importante accertarsi di aver saldato tutto quello che era rimasto in sospeso, soprattutto la famosa “bolletta di chiusura”.

 

“Come funziona con NeN?”

Come con tutti gli altri fornitori. Se ci viene richiesto di fatturare il CMOR, lo inseriamo nella prima fattura utile, “aggiunta” alla rata (che non viene ricalcolata). Ovviamente siamo a disposizione dei clienti per chiarire la vicenda e suggerire i passi da compiere, ma non possiamo fare molto di più, per i motivi che abbiamo visto sopra. Non sono soldi che entrano in tasca a noi.