Uno degli aggettivi più pacati per definire la questione burocratica, in Italia ma anche in molti altri posti, è “annosa”. La Treccani, oltre alle definizioni etimologiche, indica la burocrazia come “[…] la lunga e complessa serie di formalità e procedure, spesso avvertite come eccessive e inutili, attraverso cui una pratica deve passare per essere portata a termine (la lentezza, le lungaggini della b.)”.
Se a questo punto stai immaginando un ippopotamo nelle sabbie mobili, non sei l’unica persona.
In realtà la burocrazia in sé non è così terribile. È nata per un preciso motivo, sistematizzare dei processi complessi, ma per certi versi è diventata l’esatto opposto. Politica, potere, interessi economici e volontà di tenere fuori la cittadinanza dalla comprensione di certi meccanismi hanno reso la burocrazia quello che è oggi: un labirinto di malfunzionamenti e inutili complessità.